Libreria Leggermente

LO SHTETL PERDUTO

Max Gross

Edizioni E/O

La nostra recensione. Kreskol è un piccolo villaggio (lo shtetl del titolo) ebreo di, uno più, uno meno, 1793 abitanti, perso nelle foreste della Polonia orientale, così isolato dal resto del mondo da essersi perso tutto ciò che nel mondo è successo nell’ultimo secolo e mezzo: il crollo dell’impero zarista, la nascita della repubblica di Polonia, la Prima e la Seconda guerra mondiale, il nazismo, l’olocausto, la nascita dello stato di Israele, il crollo dell’URSS… Nel loro universo antico e disincantato fatto di quotidianità, tradizioni e devozione, sotto la guida di saggi rabbini i kreskolesi vivono da generazioni nel totale digiuno della modernità, senza che tuttavia manchi loro niente. Tutto questo finché una giovane sposa scompare misteriosamente per sfuggire al marito violento, forse si è addentrata da sola nella foresta, e i saggi decidono di mettere sulle sue tracce Yankel, un fornaio poco più che adolescente. Il ragazzo varcherà tutti i confini conosciuti dal villaggio e scoprirà che il mondo è andato avanti ben più di ogni più vivida immaginazione e adesso è ben deciso a presentare a Kreskol un conto lungo un secolo e mezzo, fatto di burocrati e turismo…
Lo shtetl perduto è un romanzo ironico e raffinato, una commedia agrodolce, in cui storie d’amore, di guerra e di follia umana si mescolano sapientemente per 400 e rotte pagine strappando di continuo sorrisi amari e profonde riflessioni sociali.
Consigliato? Sì.
Recensione di David