Chiederò perdono ai sogni

Sorj Chandalon

Keller

Si può amare così profondamente la propria patria, fino a tradirla? Dacché il piccolo Tyrone Meehan ne ha memoria, la Repubblica d’Irlanda è tutto per lui: è famiglia, fede, politica, il centro di tutto il suo universo. I Brits, i britannici, di contro sono spregevoli conquistatori, porci protestanti, e il governo della Gran Bretagna un ingiusto interlocutore che nulla compie per il popolo dimenticato dell’Eire, lasciato da solo persino dall’Ulster dopo l’annessione alla Corona Inglese. Il padre di Tyrone, un fiero rappresentante della rivoluzione irlandese, ne è uscito in briciole. Eppure l’IRA non è morta: essa continua ad accogliere le richieste del popolo in rovina, senza cibo né lavoro, abbandonato dal Governo eppure sottoposto al suo abietto controllo, perché l’IRA è la sostanza stessa dell’Irlanda, gente comune dal cuore orgoglioso e grande, che combatte non solo per la libertà ma, soprattutto, per la dignità di esseri umani e per Tyrone entrare a farne parte è un onore, anche se all’ombra gigantesca del padre.

Ma gli anni passano; la Seconda Guerra Mondiale termina, lasciandoli allo stremo; il governo Britannico si ostina a non cambiare rotta, mentre il volto dell’IRA, dapprima glorioso, comincia a cambiare: più armi imbracciano, meno pietà provano. Per Tyrone comincia un periodo di confusione, non trova più i valori in cui ha sempre creduto; i Brits, all’improvviso, non sono più le bestie inumane che aveva imparato a riconoscere.

Fino a che, schiacciato da un errore il cui segreto diventa sempre più insostenibile, sarà costretto a riconsiderare tutte le carte in gioco…

A metà strada tra romanzo storico e di formazione, la scrittura fluida e coinvolgente di Sorj Chalandon ci restituisce il bellissimo ritratto di un uomo in lotta con se stesso.

Consigliato? Sì!

Recensione di Alessandra