La nostra recensione. Eva dorme si inserisce in un contesto molto preciso: il Trentino Alto Adige, o Sudtirol, in un periodo compreso tra il Ventennio e la fine degli anni ’60, passando dritti attraverso la Seconda guerra mondiale. È un omaggio a Silvius Magnago, leader del Sudtiroler volkspartei, figura poco conosciuta ai più ma che, insieme ad Aldo Modo, Presidente del Consiglio dei Ministri a metà degli ’60, riuscirà a liberare la sua regione dalla piaga del terrorismo. Ma Eva dorme è anche e soprattutto la storia di Gerda e di Eva: la prima, vittima della sua stessa bellezza, sfortunata, comunque sempre forte; la seconda, donna emancipata da adulta, vivrà la sua vita condizionata dalle scelte della madre. Tra loro una selva fittissima di personaggi maschili: Hermann, padre di Gerda, gelido e cattivo, Peter, il fratello, che finirà per farsi catturare dai tentacoli del terrorismo, Ulli, l’amatissimo cugino di Eva, che non riuscirà a farsi accettare né dalla comunità né tanto meno dai suoi parenti, Hannes, il figlio di papà, colui che per capriccio avrà la bellezza di Gerda diventando il padre biologico di Eva, Carlo, l’amante di Eva da adulta. E Vito, l’amatissimo patrigno, che lascerà tracce profonde nell’anima della Eva bambina. Il viaggio che Eva intraprende col treno, attraversando l’Italia da nord a sud, filo conduttore di tutta la storia, assume un significato di purificazione e, in qualche modo, di chiusura del cerchio. Una scrittura potente e rara, un libro da leggere e rileggere. Consigliato? Assolutamente sì! Recensione di David