La nostra recensione. Anni ’90, lunghe e assolate estati americane, casette a schiera, un gruppo di casalinghe dedite a festicciole, raccolte di beneficienza e… il Club del libro. Per Patricia il Club del libro è l’unico sfogo a una quotidianità pesante che non la rappresenta, costituita da un marito distratto, due figli incomprensibili e un’anziana suocera sempre meno lucida. Solo in mezzo alle amiche del Club si sente libera di fantasticare su serial killer e maniaci, gli indiscussi protagonisti dei suoi libri preferiti: le uniche storie che riescono a strapparla alla sua tranquilla e routinaria vita di provincia. Non sarebbe fantastico che qualcosa di quel che legge accadesse anche nella sua piccola e noiosa cittadina? Ma che fare quando qualcosa di molto grave sembra davvero accadere ai bambini del vicinato? Come trovare il coraggio di gridare ”Al mostro!”, soprattutto se il mistero sembra aleggiare sopra l’affascinante e facoltoso nuovo vicino, sempre gentile e affabile?
Un gruppo di donne molto diverse tra loro caratterialmente dovrà confrontarsi con l’ostacolo più grande e arduo, che non è il terrore che si annida dietro a qualcosa di apparentemente soprannaturale ma la familiare subalternità che ci si aspetta da una brava moglie americana.
Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe non è il solito romanzo horror, anzi: si può scrivere di vampiri senza scrivere un horror? Sembra impossibile e invece è così. Un bel romanzo per gli amanti del thriller e non solo, con il quale si entra subito in sintonia.