La nostra recensione. Un libro sulla maternità che diventa un thriller. Possibile? È La spinta, di Aushley Audrain, che vede la giovane Blythe sposarsi e diventare madre della piccola Violet, non senza tormenti e difficoltà. Del resto Fox, l’amato marito, è figlio di una famiglia felice e non ha idea delle ferite che lascia un’infanzia solitaria come quella che invece ha segnato Blythe. Adesso Blythe ha una bambina che non riesce a sentire davvero sua. Violet è sana, estremamente astuta, forse troppo: qualcosa di inquietante sembra agitarsi dietro ai suoi occhi vigili e muovere i suoi primi passi di neonata, i primi gesti di bambina. Il marito elude coscientemente le richieste di aiuto di Blythe, minimizzando la rabbia congenita che sembra abitare la bambina e dirigere le sue azioni, una rabbia e un risentimento che solo Blythe intercetta. È a lei che è diretto quell’incomprensibile odio? È colpa della sua inettitudine come madre, colpa della sua infanzia priva d’amore che non riesce a farsi amare dalla propria figlia o c’è dell’altro? La spinta è una discesa inarrestabile nelle emozioni di una donna che desidera soltanto fare del suo meglio, ed essere presa sul serio. Consigliato? Sì. Recensione di Alessandra