Un ragazzino indigeno assiste a uno scontro fra due gruppi dotati di armi pesanti su una strada sperduta nella valle del Cauca, una zona della Colombia teatro di violenze. Malgrado i tentativi di insabbiamento della polizia locale, la notizia giunge all’orecchio di un procuratore di Bogotá, che coinvolge due amiche in un’indagine non ufficiale. Così la giornalista Julieta Lezama e la sua assistente Johana, una ex militante delle FARC, raggiungono la regione, entrano in contatto con il ragazzino, che però subito dopo scompare misteriosamente, e iniziano una ricerca che le condurrà sulle tracce di due ambigui pastori evangelici a capo di potenti e oscure chiese: Fritz Almayer, personaggio carismatico con migliaia di fedeli, e Fabinho Henriquez, che insieme a una chiesa dirige una fiorente attività di estrazione dell’oro, e che forse è il mandante dell’attacco. Intanto vengono ritrovati tre cadaveri, probabili vittime dello scontro, che presentano lo stesso tatuaggio: una mano con la scritta “Siamo guariti”. Gamboa conduce il lettore nelle vie di Bogotá e di Cali, fino a Cayenna, nella Guiana francese, e anche nei paesini della valle del Cauca abitati da minoranze etniche, negli ambienti della polizia e nei bassifondi, e traccia un affresco della sua amata Colombia, alle prese con la violenza endemica, il cupo passato della lunga guerra civile, i problemi della pacificazione e il fenomeno del successo delle chiese evangeliche, che non fanno mancare il loro appoggio alle forze politiche più reazionarie dell’America latina.